Adolescenza e Giovane Adultità


Il percorso dentro di sè è come la scalata di una montagna: solo dopo cadute e fatica si conquista la vetta.

Niki, 18 anni.

Percorsi di crescita


Credo fermamente che lavorare con i giovani abbia un grande valore in termini di prevenzione del disagio e di promozione del benessere, soprattutto nei momenti di transizione da una fase della vita ad un’altra. I giovani che li vivono in prima persona talvolta esprimono, seppur non esplicitamente, il bisogno di dare senso ai cambiamenti che stanno vivendo all’interno di un contesto accogliente e non giudicante.

Trasformazione e Sperimentazione

L’adolescenza è una fase di transizione verso il mondo degli adulti, caratterizzata da importanti cambiamenti di cui il corpo e la mente sono i protagonisti. L’adolescenza è per eccellenza l’età della sperimentazione, sia a livello corporeo che psicologico e relazionale. Nel fare esperienza si cresce, ci si conosce maggiormente e si identificano elementi che accompagnano l’inizio di una nuova fase del ciclo della vita. Uno dei compiti che si trova ad affrontare l’adolescente riguarda l’accettazione del proprio corpo e delle sue nuove funzioni. Il corpo che cambia può essere anche fonte di forti preoccupazioni legate all’incertezza riguardo il come questo cambiamento si realizzi e dove porti; al ragazzo\a è richiesto un intenso lavoro psicologico nel dar senso a ciò che sta succedendo. Può generare notevole ansia anche il conflitto tra le qualità femminili e maschili, ciò implica una certa quota di sperimentazione anche in termini relazionali, affettivi e sessuali. Sul corpo si scrive e si disegna con tatuaggi e piercing, lo si veste e traveste, lo si priva di cibo o l’opposto. In altri termini, si cerca di controllare le proprie emozioni attraverso la concretezza del nuovo corpo. L’adolescenza è anche esplorazione di emozioni, a volte difficilmente gestibili e altre volte rivolte contro sé stessi: la rabbia, la paura, la vergogna, i sentimenti legati alla vita e alla morte. Nella sperimentazione si affaccia da un lato il desiderio autentico di rendersi maggiormente autonomo, meno dipendente dal giudizio degli adulti, dall’altro emerge una necessità di trasgredire le regole. Inoltre, il bisogno di diventare autonomo trova sostegno nel “debutto” sociale nel gruppo di pari, la prima realtà esterna ai legami familiari, e in quello amoroso. La sperimentazione di appartenenze è fondante in adolescenza in termini identitari.

Giovani Adulti

Il giovane adulto è colui che giunge al termine dell’adolescenza e fa il suo ingresso nella prima adultità (dai 20 ai 35 anni circa). In questa fase evolutiva acquistano valore la cultura e la società che inducono il giovane adulto a divenire l’attore principale della propria vita. I compiti che un giovane adulto si trova ad affrontare riguardano dunque la progettazione e, nello specifico, la realizzazione di sé in termini sociali, professionali e sentimentali. Il vissuto di precarietà proprio di questa fase evolutiva porta con sé un senso di fatica e richiede la capacità di sostare nell’incertezza, non disponendo di risposte immediate. Per questo motivo, collocati nella complessità della società attuale, i giovani adulti potrebbero sperimentare una sensazione di “blocco”. Essa può essere dovuta in parte a cambiamenti contestuali rilevanti: ad esempio la dilatazione dei tempi per entrare a far parte del mondo del lavoro o la difficoltà a rendersi autonomi dal proprio nucleo familiare. Quest’ultima non è da considerarsi solo in termini economici, ma anche in direzione di un proprio progetto di vita. Uno scarso riconoscimento sociale/lavorativo, derivante non solo dall’assenza di un impiego ma anche dalle condizioni di lavoro, potrebbero avere una ricaduta negativa in termini di autostima. I giovani adulti potrebbero avere delle difficoltà a vedersi delineare la propria strada, il proprio futuro, vissuto come una minaccia imminente.

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